Incontro |
William Congdon. Le stagioni della terra e i giorni dell'uomo |
Il Melo |
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| Interviene Rodolfo Balzarotti direttore scientifico di The William Congdon Foundation, Milano
William Congdon nasce il 15 aprile 1912 a Providence, Rhod Island, da una facoltosa famiglia di industriali. Nel 1930 si iscrive alla Yale University che frequenta fino al 1934. Scopre la vocazione alla pittura solo dopo la seconda guerra mondiale, dopo essere stato testimone degli orrori bellici come soldato arruolato nell'American Field Service. Nasce in lui una tormentata riflessione sul mistero del male che lo accompagnerà per quasi tutta la vita. Tra il 1948 e il 1950 diventa pittore si lega alla nascente “Scuola di New York”, realizza le prime mostre e le sue opere vengono esposte accanto a quelle di Rothko, Pollock, Newman, Motherwell, Reinhardt e Pousette-Dart. Sono opere che parlano dell’ambiguità newyorkese, del continuo rimescolarsi di bene e male, bellezza e corruzione nella città simbolo. La strada di William Congdon diverge, in seguito, da quella degli altri Espressionisti Astratti, soprattutto dopo la sua scelta di vivere in Italia fin dai primi anni cinquanta, quando matura la decisione di trasferirsi a Venezia e far divenire la città il soggetto preferito nelle sue opere per circa un decennio. Qui frequenta il Circolo di Peggy Guggenheim, entra in contatto con la nuova pittura italiana del dopoguerra. L'Italia però non sarà la sua dimora a lungo: continua senza sosta a viaggiare per l'Europa e l'Africa. La critica celebrerà le sue vedute paragonandole a quelle di William Turner. Congdon muore il 15 aprile 1998. Le sue opere, quasi tutti olii su tavola, sono presenti in varie collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti. Il corpus più consistente appartiene alla Fondazione William G. Congdon, insieme ai manoscritti che documentano il lungo e articolato percorso artistico. | |