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Ad usum fabricae. L'infinito plasma l'opera. La costruzione del Duomo di Milano |
Centro Culturale Tommaso Moro - Gallarate
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Centro Giovanile Famigliare "Giovanni Paolo II" Istituto Sacro Cuore Comunità pastorale San Cristoforo |
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La costruzione della Cattedrale coinvolse tutta la città, era l’opera per eccellenza cui tutti, in vario modo, partecipavano. Come annotano gli Annali della Fabbrica del Duomo, “senza differenza di classe, tutti accorrevano a portare il proprio obolo per la grande impresa con le materiali offerte di denaro e robe”. Prendono vita tra le pagine antiche le commoventi storie di uomini e donne che, come possono, danno il loro contributo all’impresa comune: il mercante che lascia alla fabbrica la sua ingente fortuna, le prostitute che offrono al mattino la decima del lavoro notturno, la vecchietta che dona il lavoro delle sue braccia e perfino la pelliccetta con cui si ripara dal freddo. Nei primi decenni del cantiere circa quattromila persone lavoravano alla costruzione della Cattedrale. Molti erano stranieri, importati per conoscenze e competenze sviluppate altrove, facendo diventare il cantiere un luogo di circolazione di cultura e tecniche internazionali. Si ricordano anche le grandiose opere realizzate per trasportare il marmo da Candoglia sul Lago Maggiore fino al cuore di Milano. Così la Cattedrale, costruita per esprimere l’originale movimento della persona e del popolo verso il proprio destino dava il proprio contributo alla vitalità economica della città. | |